Il fondo arabo è quello più ampio, dopo quello in caratteri latini. Si tratta di mss. in larga parte moderni, non sempre in ottimo stato di conservazione, dedicati sostanzialmente allo studio della lingua o alla trattatistica cristiana; spicca in modo particolare ARB. 4, che dovrebbe risalire al XV sec. e che contiene un “diwan”, ovvero un canzoniere. Il nucleo più consistente (comprendente i codici da ARB. 1 ad ARB. 64) fu già ordinato e catalogato da p. Vincenzo Mistrih alla fine del secolo passato: si rimanda al suo ottimo catalogo, pubblicato negli “Studia orientalia christiana. Collectanea” XXXIII del 2000. Una piccola parte dei pezzi aggiunti è stata più recentemente individuata nei depositi della biblioteca al momento del trasloco nei nuovi locali, mentre la più cospicua porzione di codici arabi uniti al fondo (da ARB. 73 ad ARB. 130) proviene dall’Archivio Custodiale. A proposito dell’antichità di alcuni manoscritti si desidera ricordare che, tra le cinquecentine della Biblioteca, l’esemplare CIN B 61 cita un manoscritto arabo.