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La seconda edizione del Trattato vede la luce nel 1620 presso la tipografia di Pietro Cecconcelli di Firenze ed è profondamente rivista. Ciò è evidente fin da subito: infatti, pur mantenendo il formato in-folio come quella del 1609, le dimensioni di questa edizione sono più contenute e rendono il volume più maneggevole. Anche l’organizzazione dei contenuti subisce sostanziali modifiche: se prima il testo e l’apparato iconografico erano ben distinti, nel 1620 questa separazione non esiste più e tavole e descrizioni procedono in parallelo. A differenza di quanto avveniva nella prima edizione, dove il rimando numerico a ogni tavola (posta in fine) era indicato a fianco del capolettera di ciascun capitolo di testo, nella seconda il numero del capitolo corrisponde a quello della tavola che segue immediatamente. L’impaginazione passa dalle due colonne della prima edizione a una sola colonna nel 1620; inoltre, l’esortazione al pellegrinaggio viene spostata in chiusura del volume.
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I cambiamenti non si esauriscono qui: Bernardino Amico, infatti, aggiunge ulteriori capitoli e disegni, tra cui la nuova sezione riguardante la Via Dolorosa e le relative illustrazioni. Le modifiche apportate sono così rilevanti che vengono segnalate anche nel frontespizio, nel quale si legge che le tavole sono «di nuovo ristampate dall’istesso autore, in più piccola forma, aggiuntovi la Strada dolorosa, e altre figure».
Il dedicatario è questa volta Cosimo II de’ Medici che avrebbe sostenuto la pubblicazione dell’opera. Tuttavia, il frate cita nella dedica anche le difficoltà incontrate dai pellegrini in Terra Santa, come l’aumento dei dazi e le dure imposizioni da parte dei Turchi: probabilmente, attraverso l’omaggio al granduca, sperava di sollecitare i principi cattolici a ricomperare i luoghi santi non più controllati dai cristiani (come il Cenacolo e il Monte degli Ulivi).
I disegni, stavolta incisi da Jacques Callot, restano estremamente curati ed efficaci anche nell’edizione fiorentina, nonostante perdano un po’ di chiarezza a causa delle dimensioni ridotte. Riguardo alla lingua del testo, lo stampatore mostra qualche perplessità per la sua distanza dal modello toscano (c. ¶4v).
Sono disponibili on line riproduzioni di due diversi esemplari della Biblioteca Corsiniana di Roma (1, 2) e di uno della Nazionale di Napoli. Si considerino anche gli esemplari di Heidelberg e quello di Monaco di Baviera.