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Bernardino Amico esplicita sin da subito la sua intenzione, quando nel titolo dell’opera precisa che si tratta «delle piante e imagini dei sacri edificii di Terra Santa disegnate in Gierusalemme secondo le regole della prospettiva e vera misura della lor grandezza» (così nel 1609, con poche varianti grafiche del 1620). Quindi, si direbbe planimetrie e alzate realizzate direttamente in loco, applicando la prospettiva e dopo un’accurata misurazione. Da queste affermazioni si deve ricavare che l’Amico giunse in Terra Santa già munito di specifiche competenze che lo allineavano alla scuola prospettica del pieno Rinascimento italiano.

Quanto alle misure, occorre dire che in precedenza anche altri pellegrini si erano già più o meno dilettantisticamente cimentati nella rilevazione della grandezza di edifici e della distanza tra di essi. Si ricordano due francescani. A metà XIV sec. Niccolò da Poggibonsi si annotava le misure su certe sue tavolette cerate così da poterle poi riportare nel suo Libro d’Oltramare. Tra XV e XVI sec., invece, Francesco Suriano, nel suo Trattato di Terra Santa, riportava misure e amava paragonare le distanze facendo riferimento a spazi e luoghi noti ai suoi lettori (le monache clarisse che così potevano immaginarsi in luoghi che mai avrebbero visitato).

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L’Amico aggiunge a tutto ciò un forte tecnicismo che sviluppa alcune sue competenze pregresse. A riprova di ciò si notino non solo la bellezza e la forte “geometrizzazione” delle architetture, ma la veridicità delle misurazioni rilevate, peraltro talvolta con grande fatica a causa della collocazione degli edifici. L’Amico specifica, inoltre, l’unità di misura utilizzata: nel 1609 parla del «palmo romano antico, compartito in dodici oncie, e ogni oncia è cinque minuti, del qual palmo diece fanno una canna» (p. 5) mentre nel 1620 della «canna ordinaria, che si usa nel Regno di Napoli, la quale è spartita in dieci palmi, e ogni palmo è spartito in dodici oncie, e ogni oncia in cinque minuti» (c. A1r). Cioè 1 canna = 10 palmi, 1 palmo = 12 once, 1 oncia = 5 minuti, un sistema di misurazione assai vicino a quello impiegato a suo tempo in Italia.