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La Chiesa della Dormitio Virginis (cioè l’Assunzione di Maria, 1620, tav. 43), nella valle di Giosafat, è definita dallo stesso Amico «sotterranea» (1620, c. Mm1r) ed è immediatamente riconoscibile grazie alla monumentale scalinata in discesa che accoglie il pellegrino o il visitatore all’ingresso. Il frate è molto preciso nel descrivere le parti che la compongono, come l’Altare dei Greci, degli Etiopi e degli Armeni.

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La tavola proposta trova una descrizione nelle stesse parole dell’autore: «Quale corpo trasparente chiamo io quello, che non è opaco, come tutti quei corpi passati, che sono tutti ombreggiati. […] Ma questo per via delle sue linee visuali mostra l’effetto, che fa la prospettiva, il quale effetto è che dimostra il vacante, e pieno di qualsivoglia machina, e massime con distintione di colori dimostrarà tutti gl’ordini con tutti i loro membri particolari» (1620, c. Oo1r). Infatti, rinunciando ai chiaroscuri e tracciando solo le linee dell’edificio, il frate mette in evidenza la struttura e le sezioni che lo compongono. Le altre occasioni in cui utilizza questo stile interessano allo stesso modo costruzioni sotterranee (per esempio, la cripta della Basilica della Natività di Betlemme). L’estrema essenzialità delle illustrazioni, però, non impedisce che la pagina conservi la propria bellezza.